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A distanza di due anni dal loro primo libro (“Storie da mangiare”), gli autori tornano a scrivere di cibo e di buona alimentazione, con la consapevolezza che il cibo non va considerato solo in funzione del fabbisogno energetico o della sopravvivenza, ma anche come occasione di convivialità, come manifestazione d’affetto e di comunicazione.
In questo secondo libro affrontano alcuni degli aspetti sociologici, antropologici e storici legati all’alimentazione, nel tentativo di spiegare nel modo più semplice i rapporti delle varie comunità sociali hanno sviluppato nel tempo con il cibo, con il mangiare insieme (commensalità) e con le innumerevoli teorie dietetiche che si sono affermate dalla metà del secolo scorso.
Come riporta la giornalista Nicla Signorelli, esperta di nutrizione e sana alimentazione, nella prefazione al libro: “L’attenzione al cibo non è mai stata così alta in Italia. Del resto come potrebbe non esserlo? Dando credito anche solo ad alcune delle tante dichiarazioni ufficiali sullo stato di salute degli italiani, sulla qualità del cibo e dell’acqua che serviamo ogni giorno ai nostri figli interrogarsi sull’alimentazione, sulla provenienza delle pietanze e su che cosa mettere nel carrello della spesa è giusto e più che naturale.
L’unica vera arma che oggi ognuno di noi ha è l’informazione. Un’informazione che deve essere precisa, corretta, scevra da qualunque filosofia e suffragate da evidenze.
Nel loro libro Valentina Mazzuca e Pier Francesco Bruno cercano di fare chiarezza intorno a tanti e confusi “sentito dire” che sul tema infiammano la discussione e, di fatto, lasciano l’amaro in bocca per la “non risposta pratica” data ai consumatori finali. Esiste una dieta ideale? Può l’attenzione assillante alla salute e all’alimentazione naturale snaturare il senso pratico attribuito al cibo e al piacere di sedersi al tavolo?”.
A queste domande cerca di rispondere il libro, sforzandosi di fornire la maggior parte delle informazioni cui nei nostri giorni ogni consumatore attento e informato deve poter accedere al fine di compiere una scelta consapevole e finalizzata al proprio benessere e a quello dei propri familiari.