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Cosa rimane degli anni settanta e della meravigliosa “ondata politica, creativa ed esistenziale” che diede vita alla più intensa stagione di lotte nel paese chiamato Italia e nel resto del mondo? Poco, quasi niente, considerata l’odierna perdita di diritti e spazi di condivisione sociale, in quegli anni conquistati a suon
di rivolte e a caro prezzo in termini di libertà e vite umane. Emergono oggi in tutta la loro evidenza sia l’arretramento della società in tema di conquiste civili, sia la paralisi e la disgregazione delle forze politiche un tempo riconducibili ai valori della sinistra, nella più generale “crisi della rappresentanza” innescatasi
nel passaggio da un millennio all’altro. Persino i movimenti ecologisti e antiliberisti faticano a ritrovarsi, dopo aver percorso le piazze, assediato i potenti della Terra, previsto gran parte degli stravolgimenti che negli ultimi anni sembrano aver consegnato il pianeta alla barbarie, alle xenofobie ispirate dai sovranismi e alla crisi economica strutturale.