Quando l’altro diede il colpo con forza e proprio con tutta la velocità
che poteva, lui ancora non sapeva che João era un bamba.
Dannato, respinse il colpo e, dal luogo in cui era, fece sbucare
una rasteira, nel tempo giusto da quella posizione, un tempo
proprio perfetto, per l’altro rimase il suolo. Professore molto
severo, da tutto questo spero di aver imparato in tempo che il
tempo fu perfetto per il fatto che João fosse molto bamba, ma
perché il tempo dato e quello negato, combinati, fecero un
tempo nuovo, perfetto, condiviso, che João percepì e del quale
fece un uso mandingado.
La capoeira è sofisticata e semplice, paradossale e saggia, è curva e non
ha fretta, il suo tempo è ancestrale, è rituale, meticcio. La capoeira si ferma per guardare il ragazzo e sogna il suo
sogno insieme a lui. Per questo, se vogliamo rimanere nella capoeira, dovremo danzare il suo mantra, dovremo
sapere che è un gioco in cui nessuno vince, cosa strana, senza punti e senza medaglie.
Per conoscerla un poco, dobbiamo rinunciare ad altri saperi e aspettare che si riveli a poco a poco, come una
donna matura che vuole da te l’anima, per questo andiamo con calma, con attenzione, andiamo spogli
di vanità e paura, ascoltiamo gli strumenti e manteniamo il rituale a qualsiasi prezzo. Il rituale è l’antitesi
di questa fretta agonizzante che ci conduce ai Mac Donald’s, il rituale della capoeira è tradizione che si
reinventa a ogni istante, per questo è ancestrale e post-contemporaneo, perché si svolge adesso con elementi
del passato e si proietta nel futuro. È necessario sentire l’energia che trasmuta e lasciare che ti modifichi, è
necessario arrischiarsi, perché con certezza lei andrà a visitare gli angoli più remoti della tua anima…
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Pagine 112
Anno: 2018
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