Come nasce una mafia. Alle origini della malavita cosentina
Oggi come ieri, la malavita cosentina vive di edilizia e prepotenze. Oggi come ieri, è la risposta ignorante e violenta alla pervasività delle organizzazioni massoniche cosentine. Oggi come ieri, sono pochi quelli che la contrastano in basso.
– “Za Peppa, come nasce una mafia/alle origini della malavita cosentina” nasce dalla volontà di ricostruire l’andamento di quello che fu un vero e proprio maxi-processo, con avvocati e procuratori di un certo livello, che alla sbarra vedeva gli esponenti di un’organizzazione criminale che si può definire una vera cosca mafiosa, anche se il termine utilizzato era mala vita. “Il capo di questa organizzazione – racconta l’autore Claudio Dionesalvi – era il ventenne Francesco De Francesco, detto Za Peppa. Il suo clan dominava incontrastato: gestiva gli affari illeciti della città e lo faceva in modo grottesco, senza armi da fuoco, che erano ancora rarissime, ma servendosi dell’arma bianca, rasoio e pugnale. Anche se non siamo riusciti a trovare il fascicolo connesso al procedimento giudiziario, dai documenti si capisce che c’era una forte egemonia dell’alta borghesia che, allora come oggi, rimase impunita.
Il processo si concluse con condanne più o meno pesanti; scontata la pena queste persone ricominciarono a fare le stesse cose che facevano prima”. La cosa interessante è che, per mezzo delle cronache del processo, il libro traccia il ritratto di una città che l’autore definisce più affascinante di quella odierna: in crescita, con una forte vivacità in campo editoriale e giornalistico e più rigogliosa anche dal punto di vista politico.
Tutto è cominciato nella Biblioteca Civica di Cosenza con il reperimento, da parte di Paride Leporace (direttore de “il Quotidiano della Basilicata” n.d.r.), di materiale riguardante articoli tratti da vecchie testate giornaliste, Giornale di Calabria, Cronaca di Calabria, Il Domani, relative ad un processo svoltosi in città nel 1903. Leporace ha passato la documentazione a Claudio Dionesalvi – uno dei figli migliori della città, scrive nell’introduzione – il quale, con l’ausilio di Maria Spadafora (archivista presso la Provincia di Cosenza n.d.r.) che si è occupata delle ricerche d’archivio, ne ha tratto uno splendido libro.
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Pagine 96
Anno: 2018
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